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Monica Vitti, splendida icona del cinema

Una straordinaria e indimenticabile carriera artistica quella di Monica Vitti, pseudonimo di Maria Luisa Ceciarelli, attrice  raffinata, intelligente e ironica. Inizia questa magnifica vita professionale nella “tetralogia dell’incomunicabilità” dei film di Michelangelo Antonioni : L’avventura, La notte, L’eclissee Deserto rosso recitando in ruoli drammatici che la resero immediatamente famosa oltre i confini italiani. La Vitti manifestò da subito una versatilità e un talento inimitabile con una capacità di interpretare anche ruoli diversi. Ebbero grande successo  pellicole quali   “La ragazza con la pistola” “A Io so che tu sai che io so” facendola divenire in poco tempo una star della  commedia all’italiana. Divenne la compagna ideale di film in cui si cimentò a fianco dei più grandi attori italiani :Alberto Sordi, Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman, Nino Manfredi e Marcello Mastroianni. 

Ha ottenuto numerosi premi, tra cui cinque David di Donatello come migliore attrice protagonista (più altri quattro riconoscimenti speciali), tre Nastri d’argento, dodici Globi d’oro (di cui due alla carriera), un Ciak d’oro alla carriera, un Leone d’oro alla carriera a Venezia, un Orso d’argento alla Berlino festival.  

Romana di nascita, visse da bambina per otto anni a Messina poiché il padre lavorò nella città dello stretto come Ispettore del Commercio Estero. In quel periodo venne soprannominata in modo scherzoso “setti vistìni”, per il fatto che soffrendo il freddo indossava i vestiti uno sull’altro.  Sulla traduzione di questo fantasioso nomignolo infantile “Sette sottane”   scrisse il titolo di un libro del 1993 che narrava la sua vita e poi ne scrisse un altro  nel 1995, “Il letto è una rosa”.

La famiglia si trasferì per un periodo a Napoli e durante i bombardamenti della guerra a soli 12 fiorì la sua passione per il teatro ,giocando e intrattenendo gli sfollati insieme al fratello Giorgio nei ricoveri antiaerei sotterranei. Tornò a Roma dopo la distruzione del suo palazzo a Napoli e adolescente a   14 anni entrò in teatro. Monica Vitti esordì nel 1953 nel coro di una rappresentazione classica con il nome d’arte di Marisa Ceciarelli in Ifigenia in Aulide con la regia di Accursio Di Leo. 

Si perfezionò dal punto di vista professionale nel 1953 quando si diplomò all’Accademia nazionale d’arte drammatica, allora diretta dal grande maestro Silvio D’Amico. Immediatamente diede prova del suo immenso talento recitando in opere di Shakespeare e Molière. Fece anche un’importante esperienza accanto a Sergio Tofano che era suo insegnante in Accademia e in queste occasioni si distinse peraltro per doti di comicità . Proprio Tofano gli consiglia di adottare uno pseudonimo  con un nome e cognome che suoni meglio sul piano artistico. Cosi scelse la metà del  cognome di sua madre, Vittiglia,  e poi mise come nome “Monica”. Dopo cominciò con ruoli secondari in alcune pellicole comiche, e fu allora che il regista Michelangelo Antonioni notandola volle conoscerla. Dunque il regista   intrecciò una relazione artistica e sentimentale con la bella Monica che divenne in breve tempo la sua musa in film che la resero celebre nel mondo.  

Svolse anche l’attività di doppiatrice e fu comunque per merito di Mario Monicelli la  valorizzazione della sorprendente vena di comicità di cui era in possesso .Monicelli la diresse nella commedia “La ragazza con la pistola” (1968 ) quando la Vitti interpretò il ruolo di Assunta Patanè, una ragazza siciliana che insegue per vendicarsi fino in Scozia l’uomo (Carlo Giuffrè )che l’ha “disonorata”.

Nel maggio del 1968 venne nominata presidente della giuria al XXI festival del cinema di Cannes però le contestazioni del maggio francese giunsero a lambire anche la manifestazione. La Vitti si dimise insieme  Louis Malle, Roman Polański e Terence Young. In quell’anno non venne consegnato  nessun premio cinematografico.

La carriera della Vitti proseguì con altri film di successo in “Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca)” (1970) di Ettore Scola, “Gli ordini sono ordini” (1972) di Franco Giraldi e “La Tosca”(1973) di Luigi Magni. Non rinunciò a fare dei film anche all’estero ricercata da grandi registi :  recitò per Jean Valère in La donna scarlatta (1969), Luis Buñuel in Il fantasma della libertà (1974) e André Cayatte in Ragione di stato (1978). Nel 1974 si esibì anche in televisione con Raffaella Carrà e Mina nel varietà televisivo “Milleluci”, cantando con loro Bellezze al bagno e inscenando una simpatica coreografia balneare, con citazioni anche dal suo film di successo “Ninì Tirabusciò, la donna che inventò la mossa” (1970) di Marcello Fondato. Nel 1978 recitò sempre per la televisione nella commedia “Il cilindro” di Eduardo De Filippo. Nel 1979, con la commedia “Un amore perfetto o quasi”di Michael Ritchie, fu protagonista  nel suo ultimo film di produzione straniera.

Negli anni ottanta fece un altro film con Michelangelo Antonioni “Il mistero di Oberwald” (1980) e Alberto Sordi in “Io so che tu sai che io so” (1982). Nel 1981 affiancò Vittorio Gassman in “Camera d’albergo” di Mario Monicelli. Nel 1983 fece un film “Flirt” con un regista  esordiente Roberto Russo ricevendo il premio dell’attrice al Festival di Berlino del 1984 e continuò con Francesca è mia(1986). La sceneggiatura di questi due film fu realizzata  dalla stessa Vitti . In quel periodo recitò a teatro in La strana coppia (1987) e Prima pagina (1988). Nel 1988 il giornale   francese “Le Monde” pubblicò la notizia non vera  della sua morte, “avvenuta per suicidio con barbiturici”. L’attrice non se la prese per niente e con il suo consueto senso dell’umorismo, smentendo la notizia, ringraziò gli autori  della gaffe per averle allungato la vita. Monica Vitti al Festival di Cannes 1990  presentò  il film “Scandalo segreto”, da lei scritto, diretto e interpretato accanto a Catherine Spaak.  Le ultime apparizioni sono nella stagione 1993-1994 quando  fece parte del cast della trasmissione di Rai 1 “ Domenica in”. Alla Mostra del cinema di Venezia del 1995 ricevette infine il Leone d’oro alla carriera.

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Rosario Sorace, nasce a Giarre il 13 maggio 1958;nel 1972, a 14 anni, inizia un intenso impegno politico e sociale. A soli 25 anni diventa segretario regionale dei giovani socialisti in Sicilia e dopo due anni, nel 1985, viene eletto al Consiglio Comunale di Giarre. Successivamente, viene eletto al Consiglio Provinciale di Catania dove svolge la carica di Assessore allo Sviluppo Economico. Nel 1991 viene eletto Segretario della Federazione Provinciale del PSI di Catania. Nel contempo consegue la laurea in Scienze Politiche presso l'Università degli Studi di Catania in cui oggi svolge il servizio in qualità di funzionario di Biblioteca del Dipartimento di Scienze Chimiche. È giornalista pubblicista. Collabora dal 2018 con i giornali on line IENE SICULE, SIKELIAN, IL CORRIERE DI SICILIA e AVANTI LIVE. È un grande di lettore di prosa e scrittore di poesie.
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