Addio a David Sassoli

Se n’è andato via in punta di piedi con il suo stile inimitabile ed elegante. E così David Sassoli scompare lasciando un dolore e un rimpianto struggente in chi l’ha conosciuto. E’ stato un giornalista della Rai, tra i più brillanti per professionalità e cultura. Ha iniziato al Tg3 e proseguito al Tg1, divenendo ben presto agli inizi degli anni novanta un volto noto, familiare e popolare della televisione. Non nascose mai la sua passione politica sorretta da una solida preparazione, da valori saldi e da una moralità pubblica. Infatti accettò di candidarsi alle elezioni europee e venne eletto al Parlamento Europeo, per poi divenire Presidente dell’Assemblea di Strasburgo nel 2019. Aveva 65 anni ed era nato a Firenze, lascia la moglie e due figli. Si era sperato sino alla fine che potesse farcela e, invece, lunedì si è saputo della complicanza dovuta ad una disfunzione del sistema immunitario. La sua morte è avvenuta presso il Cro di Aviano dove era ricoverato e il suo portavoce, Roberto Cuillo, ha dato la notizia del decesso del Presidente dell’Europarlamento ricordando che Sassoli ha “vissuto il suo impegno da presidente del Parlamento Europeo e suo impegno da giornalista come missione per riavvicinare le istituzioni europee ai cittadini. Un uomo buono, tenace, che ha combattuto contro il male in questi ultimi giorni”.
Da giovane Sassoli frequentò l’Agesci, Associazione guide e scout cattolici italiani. Mentre il padre fu un parrocchiano di don Milani e la figura del priore di Barbiana ha influito nella formazione culturale e umana del giovane David. Ha cominciato, quindi, a lavorare per piccoli giornali e in agenzie di stampa, per poi, collaborare con il quotidiano “Il Giorno” dove si distinse per la preparazione e dopo venne assunto alla Rai. Ben presto si è affermato divenendo vicedirettore del Tg1 durante la conduzione di Gianni Riotta. Nel 2009 decise di iniziare la carriera politica e si candidò come capolista dell’appena fondato Partito democratico nella circoscrizione Italia centrale. Venne eletto la prima volta con oltre 400mila preferenze , un successo strepitoso che gli consentì di essere capo delegazione del Pd a Bruxelles. Nel 2013 ha tentato di fare politica in Italia e si è presentato alle primarie del Pd nel Comune di Roma ma non è riuscito ad essere designato. Legato da amicizia profonda con Dario Franceschini ha trascorso un decennio trascorso fra i banchi di Bruxelles e Strasburgo divenendo uno degli eurodeputati più preparati e competenti. Nel periodo che va dal 2014 e il 2019 ricoprì la carica di vicepresidente per l’intero mandato, occupandosi soprattutto delle problematiche relative ai trasporti, al cosiddetto terzo pacchetto ferroviario e alla politica euro-mediterranea e bilancio.
Due anni fa all’inizio del terzo mandato avviene il meritato salto di qualità con l’elezione di Sassoli a Presidente dell’Europarlamento. Nel suo discorso appassionato e memorabile discorso di apertura Sassoli ribadì con orgoglio le sfide dell’Europa e l’importanza di agire al più presto per contrastare il cambiamento climatico, per realizzare una politica più vicina a ai cittadini e ai loro bisogni, soprattutto ai giovani, e per rafforzare la democrazia parlamentare promuovendo i valori europei. Durante la pandemia Sassoli si è impegnato affinché il Parlamento europeo rimanesse sempre aperto introducendo sin dal marzo 2020, caso unico nel mondo, dibattiti e votazioni da remoto.
Sassoli è stato il secondo presidente italiano del Parlamento europeo dopo Antonio Tajani e questo suo incarico sarebbe scaduto a giorni. La triste sorte ha voluto che finisse la sua vita terrena e la prossima settimana si terrà infatti la riunione plenaria dell’Europarlamento a Strasburgo per eleggere il suo successore.